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Primo caso di presenza invernale di
Croccolone Gallinago media,
specie accidentale per la provincia di Cuneo.
di Pierluigi Beraudo
igiberaudo@libero.it
Il Croccolone Gallinago media è un limicolo di dimensioni medio-piccole, molto simile al Beccaccino Gallinago gallinago, dal quale si differenzia all'osservazione per una taglia lievemente maggiore, per alcune caratteristiche del piumaggio e per un diverso comportamento all'involo.
Distribuito nell'Europa nord-orientale, dalla Scandinavia alla Russia, denuncia un trend sfavorevole di conservazione, con popolazione europea in forte e progressivo declino.
Migratore su lunga distanza, sverna in Africa centrale e meridionale; irregolari le presenze invernali in Europa e nel bacino del Mediterraneo, con recenti casi noti per l'Italia.
Nel nostro paese questa specie è regolare durante la migrazione primaverile e molto scarsa durante i movimenti post-riproduttivi, probabilmente a causa di una più orientale migrazione verso i quartieri di svernamento.
In Piemonte è migratrice rara e irregolare, con un contingente annuale stimato in 0-10 ind. (Boano e Pulcher, 2003).
Nel Cuneese il Croccolone è considerato accidentale (check list), con due sole segnalazioni: un individuo senza data conservato al Museo di Carmagnola (To) ed uno osservato nell'aprile 1992 a Ceresole d'Alba (R.Toffoli).
Nel pomeriggio del 25 novembre 2004, durante l'attraversamento di un esteso incolto erbaceo (foto) lungo il Fiume Stura (280 m s.l.m.) nel comune di Fossano, provoco l'involo ravvicinato (<1m) di un uccello di dimensioni medio-piccole. Il caratteristico "frullo" e il disegno dorsale non lasciano dubbi: si tratta di un Gallinago sp. Dopo l'involo il limicolo procede con lungo volo basso e diretto per almeno 60-70 m, piegando poi improvvisamente di lato, quasi ad angolo retto, per posarsi, dopo avere percorso ancora un buon tratto, nel fitto delle alte erbe costeggianti un canale. Lo identifico come un probabile Croccolone, nonostante ricordi che il principale particolare diagnostico per la specie sia il disegno della coda, con le timoniere esterne bianche. L'involo "vicino al piede" e il mio sguardo "avanti" non avrebbero comunque consentito di vederne la coda spiegata all'atto dell'involo; per contro, ritengo sia indicativo il tipo di volo e l'habitat utilizzato, analoghi a quanto descritto in letteratura. Resta ovviamente la possibilità, vista anche la rarità di questo scolopacide, che si tratti di un Beccaccino (migratore e svernante comune lungo il greto del fiume) con comportamento anomalo.
Nel frattempo la luce è diventata scarsa e le condizioni di visibilità pessime. Decido dunque di non cercarlo e disturbarlo ulteriormente, rimandando l'identificazione certa ad altra occasione. Conscio dell'importanza dell'avvistamento, sono infatti sicuro che ci sarà modo nei giorni a venire di confermarne sia la presenza che l'attribuzione specifica.
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Nei giorni seguenti e fino al 1 dicembre ricontatto il limicolo durante tutti i sopralluoghi condotti. Certamente lo stesso individuo e sempre nello stesso limitato settore dell'incolto da dove si è involato la prima volta.
Le scarse condizioni di luce e la mia posizione solitamente con sole basso davanti rendono difficile rilevare i particolari del piumaggio, anche a causa del tipo di volo e della brevità dello stesso. In nessuna occasione riesco ad osservarlo posato, a causa dell'erba relativamente alta nelle zone di posa dopo l'involo.
Il comportamento conferma le differenze con il congenere Beccaccino, ossia:
- frullo a brevissima distanza dall'osservatore;
- assenza di vocalizzazioni o apparente e indefinito verso basso all'involo
- volo basso, diretto e relativamente lungo o corto e pesante.
Proprio l'involo da distanza molto ravvicinata (anche a poche decine di cm dal piede) non mi permette probabilmente di vedere la caratteristica coda, stante anche l'oggettiva difficoltà di procedere da parte mia per lungo tempo e costantemente a "testa bassa"!
L'aspetto generale è comunque di una maggiore massa corporea e un aspetto "panciuto", impressione derivante probabilmente anche dal becco più corto rispetto al Beccaccino.
Nel piumaggio rilevo un sottile bordo posteriore alare e linea chiara sulle spalle.
Il 5 dicembre, nelle prime ore di sole, torno ancora nell'incolto accompagnato da Bruno Caula. Non senza difficoltà facciamo nuovamente involare il limicolo che compie un volo basso, diretto e pesante per una sessantina di metri, scomparendo tra l'erba alta. E' però quanto ci basta: annotiamo infatti un sicuro particolare diagnostico del piumaggio: il sottoala scuro, fittamente barrato.
Sarà questa anche l'ultima osservazione del Croccolone: ricerche condotte a distanza di una settimana e nei giorni successivi danno infatti esito negativo.
Una sopraggiunta ondata di freddo con gelate notturne che per alcuni giorni hanno imbiancano l'incolto di brina rendendo il terreno impenetrabile al becco, ne hanno sicuramente determinato lo spostamento, probabilmente lungo il fiume e forse poco lontano, dove tenterà di sopravvivere fino alla fine dell'inverno. Trattandosi di un migratore tardivo un po' "fuori rotta", probabilmente un giovane, è infatti molto improbabile che abbia ripreso la migrazione verso l'Africa…
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escrementi presso il probabile sito di riposo |
Croccolone Gallinago media, presenze invernali in Italia (da Brichetti e Fracasso, 2004)
Campania, Prov. Caserta - dicembre 1992, febbraio 1993 e 1994, gennaio 2002 Toscana, Prov. Pisa - dicembre 1996 Toscana, Prov. Grosseto - dicembre 2001 Emilia Romagna, Prov. Ravenna - gennaio 2002 |
Bibliografia citata
- Boano G.,Pulcher C., 2003. Check list degli uccelli del Piemonte e Val d'Aosta aggiornata al dicembre 2000.
- Brichetti P. e Fracasso G., 2004. Ornitologia Italiana. Vol. 2 Tetraonidae-Scolopacidae.