Testo di Bruno Caula
Foto di Michele Mendi
ESTREMADURA (SPAGNA), Agosto 2002
Premessa: passare dieci giorni di agosto in Estremadura, nel cuore steppico della Spagna, non è sicuramente come andare a Rimini, e molti amici prima della partenza mi hanno salutato come se fosse stata l'ultima volta...
Invece, le terribili condizioni ambientali previste si sono rivelate ben sopportabili grazie al clima secco e privo di umidità, con il cielo sempre ed ovunque limpido e sereno. Per quanto riguarda gli uccelli, se per Passeriformi e per le specie legate alla steppa il periodo non è certamente il più indicato, per i rapaci il discorso è inverso, con la contemporanea presenza dei giovani già involati e degli adulti non più impegnati nelle attività riproduttive e quindi molto più facilmente individuabili.
Miei compagni di viaggio, un eterogeneo gruppo di irriducibili formato da Marco Andreini, Pier Luigi Beraudo, Michele Mendi e Mario Pedrelli. Sono stati giorni intensi, stancanti ma pieni di incontri emozionanti e spettacolari, che vanno ben oltre ad un semplice elenco di specie (122, di cui ben 19 di rapaci).
Giovedì 1° Agosto
Dopo mesi di preparativi e di attesa, finalmente si parte: caricati i bagagli sulla Fiat Multipla che ci farà da campo base per quasi ottomila chilometri e salutate le mogli puntiamo decisamente verso ovest…
Venerdì 2 Agosto
Sta appena albeggiando quando decidiamo di fare una tappa -non prevista- nella piana di Belchite, poco a sud di Saragoza. La zona è famosa per la presenza di numerose specie interessanti, in particolare l'Allodola del Dupont che ha qui una delle più alte densità spagnole (anche se molto elusiva ed in questo periodo difficilmente contattabile).
Il cielo è inaspettatamente coperto di dense nuvole (pioviggina persino!) mentre attraversiamo una steppa cerealicola a tratti intensamente coltivata e attrezzata di numerosi impianti di irrigazione che offrono appoggio ad alcune POIANE e CICOGNE BIANCHE (sette-otto individui, alcune si spostano nei campi con brevi voli). Un maschio immaturo di GRILLAIO, riconoscibile per le timoniere esterne ancora barrate, è appollaiato su un paletto, nell'erba rada di un pascolo è posato un FALCO DI PALUDE. Lontano vediamo il groppone bianco di una femmina di ALBANELLA MINORE che si tuffa nell'erba per catturare una preda; un gruppo di 50-70 CALANDRE si alza a più riprese dei campi.
La presenza di alcuni rapaci posati sui tralicci ci costringe a frequenti soste lungo la strada praticamente deserta: sono tre o quattro BIANCONI ed un paio di POIANE, poi il volo veloce e rettilineo delle prime GANGHE, ben identificabili grazie all'ampia area nera sul ventre. Ne vediamo prima tre, poi altre due che attraversano in volo alto la strada. Igi ne localizza una coppia in alimentazione su un arido pascolo, lontane ma godibilissime una volta inquadrate con il cannocchiale.
Sulla recinzione di una piccola discarica incontriamo la prima AVERLA MAGGIORE MERIDIONALE. Raggiungiamo una zona ricca di uccelli, in particolare Passeriformi: molte AVERLE CAPIROSSE, una coppia di FANELLI, alcuni STRILLOZZI su delle Tamerici, il canto di un BECCAMOSCHINO, ancora UPUPE e TORTORE e tre GRUCCIONI in una radura all'interno di un oliveto. Di contro, nessun rapace e (soprattutto) nessuna Allodola del Dupont. Veniamo in parte consolati da due OCCHIONI che si involano a bordo strada, poi riprendiamo la statale in direzione di Madrid, mentre le nuvole stanno rapidamente lasciando il posto ad un caldo sole che per dieci giorni non ci abbandonerà più.
Biancone | Averla capirossa |
MONFRAGUE !!
Finalmente, nel tardo pomeriggio, possiamo fare la conoscenza con Javier e Marisol, gli squisiti padroni di casa dell'Agriturismo "El Tenado" www.eltenado.com , nel piccolo paese di Aldea del Obispo, dove riposeremo (poco) per otto notti.
Abbiamo ancora qualche ora di luce, quindi dimentichiamo la stanchezza e risaliamo subito in macchina per raggiungere il Salto del Gitano, sicuramente il posto più famoso e conosciuto di tutta Monfrague. Durante il tragitto, si rivelano comunissime CAPPELLACCE e AVERLE CAPIROSSE, qualche UPUPA, STORNI NERI, ecco poi le prime GAZZE AZZURRE che in gruppetti schiamazzanti si posano tra i lecci della "dehesa".
E' un bel "lifer", ma è nulla in confronto al maestoso AVVOLTOIO MONACO che con ampi volteggi incrociamo qualche chilometro più avanti. La testa, piccola e chiara, ha una mascherina nera attorno agli occhi (caratteristica degli individui adulti) ed è tenuta incassata tra le spalle, con il dorso ingobbito. Marco inizia la prima di una lunga serie di eccezionali riprese, mentre più lontano volteggia un secondo individuo.
Dopo esserci passato quasi sulla testa il monaco si allontana lentamente, mentre noi risaliamo in macchina per fermarci ancora quasi subito per osservare un altro rapace in volteggio, un' AQUILA MINORE in fase rossiccia, variante di colore poco comune. Per strada, un CORVO IMPERIALE in volo ed un'AVERLA MAGGIORE MERIDIONALE posata su un filo, poi una breve tappa nei pressi di un piccolo torrente che viene raggiunto dal volo di alcune TOTTAVILLE all'abbeverata.
Più avanti, ancora un altro rapace in volteggio, praticamente sulla strada: è una giovane AQUILA IMPERIALE IBERICA !! Appena il tempo per pochi secondi di ripresa, poi si allontana attaccata duramente da un'AQUILA MINORE, confondendosi con altri rapaci in volteggio, sempre più numerosi anche perché siamo quasi in prossimità delle pareti rocciose dove i grandi avvoltoi si riuniscono per passare la notte. Ecco infatti in lontananza la sagoma scura di un grosso AVVOLTOIO MONACO posato su una roccia, poco più indietro quattro GRIFONI su un traliccio. Alle otto, con il sole ormai al tramonto dietro le grandi pareti, siamo nel bel mezzo del carosello dei GRIFONI: decine di individui arrivano da ogni direzione roteando e posandosi sulle cenge rocciose dove sono già appollaiati numerosi individui. Tra loro anche due CAPOVACCAI adulti, bellissimi, poi una entusiasmante CICOGNA NERA, con il becco rosso corallo ed il verde metallico del piumaggio acceso dalla luce radente della sera.
Siamo letteralmente circondati dai GRIFONI, incuranti della presenza nostra e dei (pochi) turisti che non possono non fermare la macchina nel parcheggio lungo la strada. Mario localizza almeno due nidi con i giovani già ben sviluppati e pronti all'involo: speriamo abbiano più fortuna di quello che annaspa a fatica nell'acqua del fiume alla base delle pareti. Riesce a salire su una piccola roccia, ma lo spazio è troppo poco per potergli permettere di involarsi; rimane così, con le ali aperte ad asciugare le piume fradicie, come un enorme Cormorano.
Tra i Grifoni, cogliamo il volo veloce e potente di un ASTORE ed il volteggio leggero di un GHEPPIO; iniziano a passare gruppi vocianti di GRUCCIONI, in tutto più di un centinaio.
Durante il viaggio di ritorno, le prime ombre della sera fanno uscire allo scoperto alcuni dei numerosi CERVI che popolano le zone boscose; un paio di CIVETTE sono posate sui fili all'ingresso del paese, dove ci attendono una lauta cena e pochissime ore di sonno…
Avvoltoio monaco | Grifone |
Sabato 3 Agosto
Due PERNICI ROSSE si spostano velocemente mentre la Multipla arranca faticosamente su per la strada che porta al Castillo di Monfrague.
Pochi minuti ci bastano per trovare il posto migliore di osservazione, nascosto quel tanto che serve per stare tranquilli lontano dai turisti che salgono fin quassù per ammirare il panorama mozzafiato che si apre sotto di noi. Le acque verde brillante del Tago si insinuano tra le alte gole di Monfrague, attorno alle quali lo spettacolo è gia iniziato: i GRIFONI si alzano dalle rocce dove hanno passato la notte ed iniziano a spostarsi verso le zone di caccia, passandoci in diverse occasioni vicinissimi, sia sopra che poco sotto la nostra postazione. Molti sono ancora appollaiati, ma con il passare del tempo il cielo diviene un via vai continuo degli enormi uccelli, anche in gruppetti di tre o quattro.
I Grifoni passano in secondo piano quando fanno la loro comparsa gli AVVOLTOI MONACI: più diffidenti, volano ad una certa distanza dal Castillo, comunque sempre più vicini di quanto mai mi sarei osato immaginare. Sulle rocce della Pena Falcon, di fronte a noi, è posato un adulto di AQUILA REALE. La cima è attorniata da GRIFONI in volteggio, ai quali si aggiunge una coppia di CAPOVACCAI che sorprendiamo un paio di volta passare poco sotto di noi. Non tarda a mostrarsi anche l'AQUILA DEL BONELLI: è un giovane, compie un paio di volteggi a ridosso delle pareti, poi scompare dietro le rocce. I due CAPOVACCAI, nel frattempo, sono venuti a posarsi su una cengia rocciosa non molto distante da noi, mentre una giovane CICOGNA NERA arriva in volo e si va a posare sulla parete rocciosa poco dove è posizionato il nido, raggiunta subito dopo da un adulto.
In acqua, una LONTRA con un grosso pesce in bocca è seguita a distanza da un AIRONE CENERINO, che la aspetta sulla riva per sottrargli la preda. Accortasi della trappola, la Lontra decide di tornare indietro ed attraversare a nuoto il largo specchio d'acqua, senonchè l'airone, dimostrando una costanza ed un'intellegenza inaspettate, con un rapido volo si va a posizionare sulla sponda opposta, aspettando con calma l'arrivo del disperato mustelide.
All'orizzonte, con il cannocchiale, si vedono rapaci dappertutto: altre due AQUILE DEL BONELLI , stavolta adulte, un altro individuo passa sotto di noi, radente le rocce, dietro cui scompare dopo un paio di volteggi. Ecco un'AQUILA MINORE in fase chiara, poi un magnifico adulto di CICOGNA NERA volteggia a lungo sul fiume. GRIFONI, GRIFONI ed ancora GRIFONI, giù in basso passa un NIBBIO BRUNO, all'una decidiamo per un meritato quanto spartano panino nel minuscolo paesino di Villareal San Carlos, sede del Parco.
Anche se nelle ore centrali della giornata le temperature superano i 35 gradi, l'assenza di umidità mantiene il cielo sempre limpido ed azzurro e, soprattutto, rende il caldo sopportabile, tanto che riduciamo la "siesta" a poco più di un'ora e proseguiamo lungo la strada che costeggia il corso del fiume e porta ad altri "mirador", ognuno con in serbo qualche particolare sorpresa.
Iniziamo con i voli dei CAPOVACCAI, alti sopra di noi o bassi sul fiume, tutti adulti tranne un immaturo con buona parte delle parti superiori brunastre. Ne vediamo fino a tre insieme, capiamo ben presto che si tratta di una coppia che sta cacciando un intruso, costretto ad un brusco atterraggio tra i cespugli rinsecchiti.
Arriviamo poi al Mirador della Bascula, talmente ricoperto di escrementi da sembrare in lontananza imbiancato di neve! Moltissimi GRIFONI si riparano dalla canicola all'ombra delle grandi pareti che ospitano anche numerosi giovani ancora sui nidi. Sulla sommità, un gruppetto si disputa i resti di una carcassa, un CAPOVACCAIO è posato in bella vista su una roccia.
Fatti pochi chilometri, si apre una magnifica visuale su una enorme ansa del fiume; sulle sue verdi acque nuotano alcuni SVASSI MAGGIORI. Sulla sponda lontana, un NIBBIO BRUNO ed un CAPOVACCAIO si stanno alimentando su una carogna, forse un pesce. L'arrivo di un enorme AVVOLTOIO MONACO fa involare il Nibbio, mentre il Capovaccaio, dopo un timido cenno di reazione, si mantiene a debita distanza.
Capovaccaio |
Domenica 4 Agosto
Di buon mattino, ci dirigiamo verso Truijllo per una intera giornata di bw: ci siamo fatti dare da Javier alcune indicazioni per incontrare una delle specie più caratteristiche dell'area: l'Otarda.
La strada che porta a Santa Marta è un lungo e stretto rettilineo che taglia in due una bella zona di campagna che alterna aree cespugliose con alberi radi (molti gli Eucaliptus) a estese steppe cerealicole. Nelle prime ore della mattina, i Passeriformi sono molto attivi: AVERLE MAGGIORI MERIDIONALI, AVERLE CAPIROSSE, STORNI NERI, un volo di CALANDRE, CAPPELLACCE, UPUPE e moltissimi GRUCCIONI. Tra questi, posati lungo le recinzioni anche a pochi metri, molti giovani dai colori verdastri.
Due GANGHE passano in volo e si posano in un campo tra le vacche al pascolo, poi finalmente incontriamo una grande e fantastica OTARDA. E' un maschio adulto, con testa grigio cenere e collo sfumato di arancio ruggine. Becchetta dei semi da un cespuglio, poi si allontana tranquillamente mentre noi poco più avanti incontriamo altri quattro individui, che dominano con le loro dimensioni tra l'erba ingiallita. Pochi minuti e si involano, rumorosamente e con fatica, agitando le grandi ali in un'esplosione di bianco.
Annunciate da un verso di richiamo simile a quello di un gabbiano, due GRANDULE passano in volo sopra la strada: sono in ottima luce, l'osservazione è breve ma appagante. In una zona coperta da rade e basse tamerici, tre NIBBI REALI ed un NIBBIO BRUNO si stanno disputanto i resti di qualche animale: al nostro sopraggiungere si involano, mettendosi poi in volteggio nel cielo azzurro. La maggior parte dei piccoli uccelli scompare con l'avanzare del sole, che ora brucia sulle nostre teste; uno tra i pochi a rimanere allo scoperto è un maschio di MONACHELLA.
Ora il paesaggio è più monotono, un'arida steppa ha preso lentamente il sopravvento. Un gruppo di sei-sette UPUPE confidenti si posa tra i rami di un piccolo albero lungo la strada: una trova un bruco verde smeraldo, un'altra è sul filo di una recinzione insieme ad un'AVERLA MAGGIORE MERIDIONALE.
A terra, una macchia marrone tra le stoppie giallo oro: è una femmina di ALBANELLA MINORE; si invola mostrando le ali lunghe e sottili ed una macchia bianca sul groppone. Ora la steppa lascia il posto ad una zona collinare pietrosa con piccoli boschi di lecci. Ci fermiamo lungo un piccolo ed infossato rio: tra le pietre un CORRIERE PICCOLO ed un MARTIN PESCATORE che si posa su una pietra. In alto, un BIANCONE lontano in volteggio. Poco prima di arrivare sulla grossa arteria che porta a Caceres, la capitale, ecco un'altra ALBANELLA MINORE. La guardo gettarsi a terra per catturare una preda, poi si posa su un paletto per poterla mangiare. E' un giovane, con le parti superiori molto scure, quasi nere. In alto, due grossi avvoltoi passano in scivolata sopra di noi: sono un GRIFONE ed un AVVOLTOIO MONACO.
Arriviamo in prossimità dell'Embalse de Guadioloba, uno dei tanti laghi artificiali utilizzati per l'agricoltura. Questo è frequentatissimo dai pescatori ma ospita comunque diversi uccelli.
Un gruppo formato da oltre un centinaio di AIRONI GUARDABUOI lungo gli argini; in acqua GABBIANI COMUNI, un TUFFETTO e SVASSI MAGGIORI. Un NIBBIO BRUNO ci gira attorno vicinissimo con un pesce tra gli artigli; tra le pietre ed i cespugli CAPPELLACCE ed AVERLE CAPIROSSE. Sulla sponda di fronte a noi sono posati alcuni NIBBI BRUNI che vengono poi raggiunti da due maschi di ALBANELLA MINORE, più in là due ZAFFERANI ed un giovane GABBIANO REALE. Un CAPOVACCAIO adulto vola sopra la campagna passando su un cascinale.
L'incontro più interessante è quello con una decina di PERNICI DI MARE posate lungo la riva. Una la osserviamo catturare una enorme locusta, mentre ci accorgiamo della presenza di un giovane solo quando siamo a pochi metri da lui.
Ritornando verso Torrejon El Rubio lungo una fila di enormi tralicci che costeggiano la strada è posato un adulto di AQUILA IMPERIALE IBERICA: è magnifico, ci offre la schiena mostrando le caratteristiche "spalline" bianche sul piumaggio marrone scuro. Controlliamo poi l'alveo di un piccolo ma "invitante" torrente: la presenza della LONTRA è segnalata dalle numerose fatte e resti di gamberi depositati sui massi. Un grosso BIANCONE, non visto, si invola da terra e si allontana con ampi e tranquilli volteggi. All'ombra delle arcate del ponte, hanno il loro nido RONDINI MONTANE e RONDINI ROSSICCE, a terra si riparano alcuni STRILLOZZI, ZIGOLI NERI e tre CAPPELLACCE DI THEKLA.
La lunga giornata termina nel centro di Truijllo. La piazza centrale del paese è magnifica e suggestiva, con i tetti colmi di enormi nidi di cicogna ormai vuoti. I RONDONI PALLIDI sono invece ancora in piena attività riproduttiva ed entrano vocianti nei fori dei muri e nei sottotetti. Anche i GRILLAI hanno già lasciato le colonie in città; li troviamo giù in basso, in caccia nella campagna, insieme alle TACCOLE ed a un OCCHIONE che vola sopra i campi
Cappellaccia di Thekla | Otarda |